Definizione del condizionamento ad intensità ridotta


Published: June 23, 2009
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Authors

Il condizionamento mieloablativo è nato con il triplice scopo di eradicare la malattia di base, creare spazio nel midollo per le cellule staminali del donatore, sopprimere il sistema immunitario del ricevente per evitare il rigetto (HVG) e favorire l’attecchimento, ma è gravato da un’elevata tossicità extraematologica che si estrinseca in una significativa mortalità legata alla procedura (TRM). Successivamente i primi due obiettivi sono stati riconsiderati. Si è visto che la “creazione di spazio midollare” non deve necessariamente essere un obiettivo primario del condizionamento in quanto sono probabilmente le stesse cellule staminali infuse che si creano il loro proprio spazio, ma soprattutto è divenuto evidente che l’eradicazione della malattia di base non è esclusivamente dovuta alla mieloablazione perchè un ruolo maggiore è giocato dalle cellule allogeniche del donatore che mediano gli effetti immunologici sia contro i tessuti sani (GVHD) che contro le cellule neoplastiche (GVT). Questa “immunoterapia adottiva” insita nella procedura è dimostrata dall’incidenza di ricaduta che è maggiore dopo trapianto autologo o singenico o allogenico T-depleto, mentre è minore dopo trapianto allogenico con sviluppo di GVHD. Un’altra dimostrazione del fenomeno GVT è data dal potere della DLI (Donor Lymphocyte Infusion) di indurre remissione dopo ricaduta post-trapianto. Queste evidenze hanno stimolato la ricerca per ottenere la guarigione tramite l’effetto GVT senza essere mieloablativi, con l’obiettivo di ridurre la TRM e di aprire la possibilità del trapianto a pazienti con età maggiore di 50- 55 anni o con comorbidità.

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Raimondi, R. (2009). Definizione del condizionamento ad intensità ridotta. Hematology Meeting Reports (formerly Haematologica Reports), 2(6). https://doi.org/10.4081/hmr.v2i6.765

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