Introduzione


Published: June 23, 2009
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Authors

Le localizzazioni meningee da neoplasie ematologiche sono evenienze relativamente rare, ma temibili in quanto gravate da una prognosi particolarmente infausta e da un sensibile scadimento della qualità della vita del paziente. La reale incidenza di tale complicanza non può essere estrapolata dalla letteratura in modo univoco; è comunque realistico pensare che circa il 10% dei pazienti affetti da linfoma non Hodgkin (con percentuali superiori se la diagnosi è di linfoma ad alto grado di malignità) e il 30-40% dei pazienti affetti da leucemia acuta linfoblastica svilupperanno una complicanza meningea entro due anni dalla diagnosi. L’elevato rischio di recidiva meningea in corso di leucemia acuta linfoblastica e linfoma non Hodgkin aggressivo e la gravità del quadro clinico a cui va incontro il paziente nel momento in cui si verifica tale complicanza, hanno indotto a programmare in tali patologie un trattamento profilattico chemio e/o radio-terapico sulle meningi, che ha portato ad una sensibile riduzione delle localizzazioni in tale sede. Nonostante ciò, il trend è nuovamente in aumento, probabilmente in relazione a 3 eventi che si sono verificati negli ultimi anni: 1. aumento della sopravvivenza come conseguenza di trattamenti sistemici più efficaci, 2. aumento dell’incidenza di linfoma in corso di patologie o trattamenti immuno-soppressivi (ad esempio, infezioni da HIV e trapianto d’organo solido), 3. maggior accuratezza nella diagnosi di meningite linfomatosa. Le possibilità terapeutiche attualmente in uso per il trattamento della meningite da linfoma e leucemia si sono dimostrate insoddisfacenti, sia in termini di aumento della sopravvivenza che di miglioramento della qualità di vita. Inoltre, la chemioterapia ad alte dosi con metotrexate o Ara-C e la somministrazione intratecale di questi farmaci ha portato a circa il 20% di risposte obiettive; a questo dato, che testimonia la scarsa efficacia dei trattamenti in uso, si deve aggiungere l’elevata tossicità della chemioterapia ad alte dosi e il disagio per i pazienti sottoposti ai numerosi trattamenti intratecali richiesti dai protolli in uso. Per tale motivo, la possibilità di avere a disposizione ulteriori opzioni terapeutiche in questo setting di pazienti può aprire nuovi orizzonti in complesse situazioni cliniche con le quali sempre più spesso lo Specialista Ematologo deve confrontarsi.

Supporting Agencies


Morra, E., & Mandelli, F. (2009). Introduzione. Hematology Meeting Reports (formerly Haematologica Reports), 2(1). https://doi.org/10.4081/hmr.v2i1.774

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