La coscienza incarnata: come la materia diventa immaginazione


Pubblicato: 17 gennaio 2020
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In questo articolo si sostiene la tesi che la coscienza non possa essere compresa in termini di cognizione, dal momento che quest"ultima rappresenta la capacità di risolvere problemi e non è congruente con le categorie psicologiche della soggettività, dell'emozione e della libertà di scelta. D"altra parte l'autore rifugge anche da ogni teoria disincarnata della coscienza e propone, sulla scorta di Edelman, di considerare la coscienza come uno straordinario salto evolutivo che caratterizza la vita a partire dai vertebrati superiori in poi. Le parole, o meglio la coscienza narrativa, rappresentano per Lorenzini un veicolo che la coscienza può imboccare, dando luogo a conseguenze di ampia portata, ma non è con la grammatica e la sintassi che nasce la coscienza, bensì a livello primario, quando un individuo, segnato dall'esperienza personale, accede al valore metaforico delle percezioni. Da quel momento in poi ha luogo un nuovo tipo di evoluzione, o meglio l'evoluzione imbocca una nuova strada: quella dello sviluppo psicologico individuale, con tutte le conseguenze di cui siamo noi stessi espressione e testimoni allo stesso tempo.


Lorenzini, A. (2020). La coscienza incarnata: come la materia diventa immaginazione. Ricerca Psicoanalitica, 28(1), 29–47. https://doi.org/10.4081/rp.2017.186

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