Il corpo interrotto


Pubblicato: 20 febbraio 2020
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Partendo dal corpo individuale visto come tramite di relazione e di esplorazione del mondo e di sviluppo dell'identità, l'A. prosegue nella lettura del corpo come metafora del gruppo per arrivare poi a parlare della propria esperienza nella conduzione di un gruppo di adulti che avevano subito importanti lesioni fisiche. l'A. ipotizza che queste lesioni possano determinare una frattura nel riconoscimento di sè e che il lavoro col gruppo abbia permesso di elaborare il passaggio dal "non sono più", avvertito nel dopo incidente, al "sono sempre, posso essere in un altro modo", ripartendo proprio dal corpo per ritrovarsi. La mancanza di una parte di sè (un arto) ha potuto, nel gruppo, essere elaborata in un lutto per ciò che si era, pre-requisito indispensabile per poter andare oltre e aprirsi al nuovo. l'A. nel suo articolo fa riferimento a Merleau-Ponty, Bion, Anzieu, Kaës e Le Breton.


Torretta, R. (2020). Il corpo interrotto. Ricerca Psicoanalitica, 27(2), 45–58. https://doi.org/10.4081/rp.2016.215

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