La diagnosi in psicoanalisi relazionale: una prospettiva unitaria


Pubblicato: 31 agosto 2012
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In questo articolo l'autore puntualizza gli elementi teorici, metodologici e clinici che rendono necessaria una considerazione rigorosa della diagnosi in psicoanalisi relazionale e si sofferma sul particolare uso che di essa si può fare nella terapia. Nella prima parte del lavoro, considerando anche i recenti contributi di Albasi, Lingiardi, Shedler e Westen, si ribadisce la specificità della diagnosi psicologica, volta a cogliere l'insieme delle caratteristiche e del disagio psicologico delle persone, piuttosto che a individuare malattie come fa la diagnosi medica, e l'importanza di tenere conto di tutte le dimensioni conoscitive in gioco nel processo diagnostico: la dimensione nosografica (nomotetica), la formulazione del caso clinico (idiografica) e la dimensione relazionale (implicita). Tesi fondamentale dell'autore è che i presupposti epistemici del modello relazionale, la teoria dei sistemi e il paradigma della complessità consentano una visione unitaria della personalità, intesa come un sistema dotato di coerenza e capace di autoorganizzantesi all'interno del sistema sociale di cui fa parte.


Fontana, M. (2012). La diagnosi in psicoanalisi relazionale: una prospettiva unitaria. Ricerca Psicoanalitica, 23(2), 73–99. https://doi.org/10.4081/rp.2012.423

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